Parte delle cause della Dipendenza Affettiva possono essere scovate nell’instabilità sia dei rapporti familiari che di quelli di coppia. L'incertezza, spesso perenne, e la conflittualità, talvolta costante, delle storie di amore rende le donne poco sicure e per nulla stabili e dà l’impressione di non avere una propria collocazione ben definita e delineata. Tale dipendenza sembra essere un disagio tipico degli ultimi anni ed in preoccupante crescita esponenziale.
Grazie ad un percorso terapeutico una donna vittima di violenza può imparare a conoscere e a riconoscere, quali sono le paure che prova nel momento in cui si trova in una storia sbagliata. Potrà esserle utile capire che non è sola, che è possibile uscirne per poter vivere nuovamente libera (e non dipendente), più felice e serena con se stessa (e non più infelice e preoccupata).
Riflettere sulle motivazioni che la inducono a rimanere legata, a non staccarsi, a rimanere, talvolta, anche solo aggrappata al proprio carnefice è utile per evitare di ritrovarsi, in futuro, avviluppata in un’altra storia sbagliata. Troppo spesso, pur consapevole dell’inadeguatezza del proprio partner non si riesce proprio a liberare della sua presenza fisica ed affettiva, convivendo con la speranza di assistere ad un cambiamento e ad un conseguente miglioramento del rapporto di coppia che, purtroppo, non avverrà mai…
Sono tante, e ripetute, le domande che albergano in una donna vittima di violenza “cos’ho che non va?”, “cos’ho fatto di male?” “forse il mio atteggiamento l’ha fatto arrabbiare?” e sono altrettante le risposte che si dà “magari ho sbagliato qualcosa”, “magari se non l’avessi fatto arrabbiare…”, “magari se avessi parlato di meno...”, “magari se avessi fatto meglio le faccende domestiche…” Il mio compito è quello di lenire pian piano le ferite, far prendere consapevolezza alle donne, far sì che si ribalti la colpa, e far aumentare la propria autostima e imparare ad autoassolversi.
La psicoterapia mira ad offrire uno spazio di ascolto e sostegno dei vissuti, delle mancanze, del dolore, dei singhiozzi, delle esperienze traumatiche e, non poche volte, delle botte (ripetute…) subite nel corso degli anni.
Pian piano si può promuovere un percorso di allontanamento dal partner e di autonomizzazione e adattamento alle nuove condizioni di vita. Il mio scopo sarà quello di stimolare risorse rimaste latenti, che permettono alle donne di sperimentare un vissuto di libertà e autoefficacia, sia come persone che come donne e come madri.
Nei casi in cui si ritenga la famiglia di origine un forte punto di riferimento per la paziente e una valida risorsa per un’elaborazione più efficace delle dinamiche traumatiche vissute, si propongono percorsi di terapia familiare, che constano di sedute familiari e sessioni separate a seconda delle situazioni.
La violenza che l’uomo può mettere in atto può essere di tipo sessuale, psicologico o fisico; tutte fanno sentire incapace, debole, impotente e, totalmente e perdutamente, dipendente la donna. La violenza sessuale racchiude l’imposizione di pratiche indesiderate che feriscano, fisicamente o nella dignità; è un’umiliazione che crea nella vittima disagi sia psichici che fisici. La violenza in ambito psicologico, invece, lede l’identità della donna; tra le più ricorrenti vi sono derisioni, molestie verbali, insulti, denigrazioni per convincerla di “non valere nulla” e “non essere buona a nulla”.
La violenza fisica include botte, percosse e atti violenti.
Ferite e cicatrici a vista sono spie, prove ma non sempre sono presenti; spesso gli abiti coprono, nascondono, o i danni si situano a livello psicologico in modo sottile quanto persistente. Una mente maltrattata “forza” a vivere fingendosi allegre, forti e felici.
Non esiste un profilo di donna-tipo che è vittima di violenza, che subisce, il che rende molto difficile identificare una vittima; il senso di colpa nella vittima è sempre presente e ricopre un ruolo fondamentale nella spirale autodistruttiva in cui la donna cade. Difficilmente una donna prende coscienza della situazione che sta vivendo e si ribella; spesso la sua sofferenza prosegue tutta la vita poiché si sente inferiore al proprio partner e ciò la logora, la indebolisce e la debilita.
Uscire da una spirale di tale portata non è facile né immediato ma non è mai troppo tardi! E’ possibile iniziare a farlo…
Se sei vittima di violenza contattami e cercherò di aiutarti.
Se una persona a te cara lo è contattami e troveremo insieme una soluzione.
NON RIMANDARE!
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